“Sia lodato Gesù Cristo nostro Signore e Maria Santissima, la sua dilettissima Madre con tutti i Santi del Cielo.
M. Reverendo Padre, questo scrive il povero P. Adriano suo indegno figlio.
La Paternità vostra mi ha imposto per santa obbedienza l’11 settembre di quest’anno, 1919, di scriverle la mia povera vita. L’adempio dunque con la mia presente, umilissimamente, descrivendola come posso per brevità in forma di una lettera, dicendo però tutto quello che ne è più importante. E incomincio a scriverla proprio il 12 settembre, nel giorno della festa del Nome di Maria Santissima, con la speranza che Dio e Maria Santissima mi aiuteranno a compiere questa richiesta.
Avanti, perciò, nel nome di Dio.
La mia vita povera è questa. Sono nato nell’anno del Signore 1838, il 13 dicembre dai legittimi, timorati e cattolici genitori Giovanni e Anna Niedvezca, della casta di tutti e due nobili (questo dico per essere sincero ma con gran rossore), nella Rutenia o Russia bianca, nella provincia di Mohilev, nel distretto di Cericov, in paese di Antonovca, sotto il governo di Russia, però nella parte appartenente una volta all’antica Polonia. Sono stato battezzato nella chiesa di Antonovca, filiale della parrocchia di Ivandar, appartenente all’arcidiocesi di Mohilev.
L’istruzione del secolo ebbi prima in casa paterna per alcuni anni con intervalli dai maestri privati, poi andai nelle scuole del governo nella città di Cericov per quattro anni, ottenendo la patente del compimento delle medesime.
Nell’anno 1861 sono entrato nella Religione di San Francesco Serafico nel Convento di Minsk della Provincia minoritica di San Casimiro in Lituania. Ivi ho fatto il mio povero noviziato e la mia Professione Solenne. E poiché sono entrato in questa Religione Serafica poco prima dello scoppio della rivoluzione polacca contro il governo russo e per il fatto che in questa rivoluzione fu soppresso dal governo russo il Convento di Mink con altri Conventi della detta Minoritica Provincia nell’anno 1863, ho vissuto fino all’anno 1866 nel Seminario Diocesano di Minsk, vestito da prete per continuare gli studi verso il sacerdozio già incominciati.
Prima di pensare di andare in Palestina ho fatto tutte le pratiche, insieme al mio compagno, per poter essere accolto dai Frati minori della Galizia, ma il governo austriaco non lo ha permesso. Così essendo ancora chierico e dopo aver sofferto molte tribolazioni nel Seminario Diocesano in quel tempo critico (soppresso poco dopo dal governo russo), ho dovuto abbandonare per sempre la mia patria e andare in terre straniere, senza aver terminato gli studi, senza conoscere alcuna lingua straniera, al di fuori di quella materna, senza mezzi per il viaggio, senza sapere dove andare e con passaporto russo “senza ritorno” come esiliato unicamente per la cattolica fede, in quanto io non avevo commesso nessun delitto contre il governo russo.
Queste cose furono per me dolorosissime. Come ho saputo da alcuni emigrati polacchi dalla Russia, l’Austria non accettava emigranti e non sapevo se la Francia e la Germania accettassero o no gli emigranti. In modo fortunoso sono venuto a conoscenza da una lettera di un Padre Francescano polacco, emigrante pure lui, che era andato in Terra Santa e che lì si trovava bene con i Francescani. Per questo motivo, decisi allora anch’io con un compagno polacco, pure lui chierico francescano, vestiti qualche volta da preti e qualche volta da frati, di andare in Terra Santa, chiedendo elemosine durante il viaggio.
Abbiamo viaggiato prima per terra ferma con il cavallo e con la ferrovia, poi attraversi il fiume Danubio, quindi abbiamo attraversato il Mar Nero e il Mediterraneo con i bastimenti (navi da carico di notevoli dimensioni). Abbiamo attraversato parte dell’antica Polonia, la Germania, l’Austria, la parte europea, l’Asia minore e la Turchia. Con le fermate necessaria siamo stati in viaggio per circa un mese. Siamo arrivati a Gerusalemme, mi pare, verso la metà del mese di ottobre.
Comments