Ed anche quest’anno siam giunti all’Adventus o “venuta”, le quattro settimane (secondo il Rito Romano) che iniziano un nuovo anno liturgico e precedono il S. Natale.
Nel Rito Ambrosiano invece, l’Avvento dura quasi sei settimane.
La liturgia di questo tempo è tutta orientata nell’aspettativa della triplice venuta di Gesù: “temporale” su questa terra, “spirituale” nei nostri cuori, “finale” nell’ultimo giudizio. I due termini di venuta ed attesa sono strettamente connessi. Da un lato c’è il Signore che verrà e dall’altro noi che Lo attendiamo. Ma come dobbiamo attenderlo? - Spalancando i nostri cuori in un intimo dialogo con Dio mediante la preghiera, nutrimento dell’anima. - Prendendoci cura di chi ha bisogno mediante la carità, dimensione concreta della fede. Quante possibilità per esternare il nostro senso di altruismo! Basta aprire gli occhi o ascoltare le grida d’aiuto vicine a noi o in ogni parte del pianeta. - Sperimentando la gioia, perché la venuta del Signore è pura gioia e l’attesa deve essere caratterizzata da questo sentimento, segno distintivo del cristiano. Dopo queste premesse, cerchiamo di prepararci da veri cristiani per accogliere il Santo Bambino, simbolo dell’innocenza, portatore di pace e di gioia, specialmente nei giovani che sono la speranza del mondo.
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