Il pane è fatto in modo da poter essere spezzato con le mani e condiviso. Non a caso, una delle forme tipiche del pane è quella di avere dimensioni piuttosto grandi, adatte cioè ai bisogni di un’intera famiglia. A suo modo, il pane ha una forma che domanda di essere spezzata e partecipata. Si direbbe che tale condivisione non è essenziale per lo scopo specifico del pane, che è quello di nutrire il corpo.
Dicendo questo si rischia di perdere di vista un aspetto assolutamente decisivo del pane, il fatto cioè che esso nutre molto di più e molto meglio se viene assunto insieme ad altri. Oggi, i nostri ragazzi sanno benissimo che quando non sono “connessi”, quando cioè non sono inseriti in una rete significativa di relazioni, la vita stessa non è degna di questo nome, perché lo è solo nel momento in cui viene partecipata e condivisa. Ebbene il pane è il simbolo primo di questa verità, tanto antica e tanto nuova, che non può essere disattesa senza generare una fame impossibile da saziare. In questo senso, il fatto veramente drammatico non è la mancanza di pane nel mondo, bensì la sua carente condivisione.
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