Ti trovi nel Convento San Daniele dei Frati Minori. Qui i frati dedicano la loro vita all’accoglienza di chi si trova in difficoltà e cerca un luogo da cui ripartire, alla cura della comunità ed alla preghiera. Il convento è stato per tanto tempo la sede di un importante seminario e oggi è diventato un centro per accoglienza per gruppi di persone che vengono in visita e inoltre in un’altra struttura è stata inaugurata nel 2016 “Casa Osmolowski” che accoglie nuclei familiari in situazione di disagio.
La prima testimonianza dei francescani a Lonigo è del 1243 quando il nobile Bonvisino di Sarego donò ai frati, nel suo testamento, un terreno. Nel 1447 Papa Nicolò V autorizzò la costruzione di una chiesa e di un convento ma successivamente con la soppressione degli ordini religiosi da parte di Napoleone, i frati sono stati costretti ad abbandonarlo. Da quel momento il complesso è rimasto per anni disabitato ed è caduto in rovina.
Nel 1892, grazie all’impegno di don Domenico Toffanin, sono iniziati i lavori di restauro della chiesa e del convento. I frati sono ritornati a Lonigo e la comunità ha ritrovato un luogo in cui poter pregare ed essere accolti.
Qui ha vissuto anche Padre Adriano Osmolowski, uomo Santo che durante l’occupazione Russa ha scelto l’esilio volontario dalla sua terra natale, la Bielorussia, per poter continuare il suo percorso di fede. Dopo dieci anni in Terra Santa Padre Osmolowski ha prima vissuto nel convento di Gemona del Friuli, poi nel Convento di San Daniele dove ha insegnato per anni all’interno del seminario. Il suo corpo è custodito nella tomba a lui dedicata vicina all’ingresso della chiesa.
Ancora oggi, qui a Lonigo, la chiesa e il convento di San Daniele sono un segno luminoso, umile e semplice di preghiera, accoglienza e fraternità.
Noi
Il Convento di San Daniele vive ancora un tempo felice, ricco di attività ed iniziative. È ancora un’oasi fraterna e serena. I frati conducono una vita semplice, ritmata dalla preghiera, dall’apostolato, dal lavoro e soprattutto, caratteristica specificatamente francescana, dalla vita fraterna e di comunione. La principale occupazione dei frati riguarda il servizio alla Chiesa e Santuario: celebrazioni delle Sante Messe e sacramento della riconciliazione. Attorno alla chiesa e al convento ruotano decine di gruppi e iniziative.
Impressionante è il numero degli amici e dei volontari che gratuitamente aiutano i frati nel gestire gruppi e attività, nel pulire il convento e la chiesa e gli ampi spazi dell’ex seminario, oggi Domus Laetitiae interamente utilizzato per accogliere singoli e gruppi.
Quando il giovane Francesco di Assisi cominciò a seguire il Signore, ben presto alcuni suoi amici gli chiesero di vivere con lui e come lui: “Il Signore mi diede dei fratelli” dirà nel suo Testamento. Vissero nell’esperienza di essere e sentirsi figli di Dio, e quindi fratelli tra di loro. Fratelli, cioè frati.
Non è pensabile che un frate viva da solo: vive con gli altri, cioè in una Fraternità. E non è pensabile nemmeno che i frati rimangano rinchiusi nel loro convento: vivono in contatto con tutti, come fratelli degli uomini, delle donne e del creato. “Il nostro chiostro è il mondo”.
Minori
Il papà di Francesco era un ricco mercante e tendeva alla ‘scalata’ per diventare sempre più uno di quelli che contano nella società e che dominano con i soldi, il prestigio, il potere: essere tra i ‘maiores’.
Francesco scelse l’altra strada: diventare ‘minore’, cioè entrare nella categoria dei ‘piccoli’ del Vangelo, come Gesù che venne non per essere servito ma per servire.
Volle essere “frate minore” e volle che così fossero e si chiamassero quanti lo seguono.
Attualmente
A Lonigo san Daniele siamo in 10 frati, dai 46 agli 83 anni. Una diversità e una varietà che balzano evidenti: diversità di formazione, di provenienza, di carattere, di storia intessuta dalle varie esperienze. Diversità anche di ruoli all’interno della Fraternità e nelle attività svolte. Solo il fascino di Francesco può riuscire a mettere insieme persone così diverse e tentare di intessere una Fraternità! Francesco stesso, quando gli chiesero quale fosse il suo identikit di ‘frate’ restò per un momento perplesso; poi mise in armonia quelle che sono le particolarità che qualificano ogni persona.
“E diceva che sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sé la vita e le attitudini dei seguenti frati:
la fede di Bernardo,
la semplicità e la purità di Leone,
la cortesia di Angelo,
l’aspetto attraente e il buon senso di Masseo,
la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio,
la virtuosa incessante orazione di Rufino,
la pazienza di Ginepro,
la robustezza fisica e spirituale di Giovanni delle Lodi,
la carità di Ruggero, …” (FF 1782).
In cosa consiste la nostra vita
Non si può descriverlo in poche righe. Anche perché è un ‘vivere’ prima che un ‘agire’. Come nella vita di una famiglia, al primo posto vengono le relazioni, le attenzioni verso le necessità dei fratelli, ciò che è utile per lo svolgimento della vita quotidiana. Così ogni attività è importante non in se stessa, ma in quanto è un contributo per la Fraternità.
Lavoro manuale in orto, cucina, sacrestia, biblioteca, parco, ambienti interni, assistenza ai frati anziani o ammalati, ministero in chiesa e nelle parrocchie vicine, assistenza all’Ordine Francescano Secolare e alla GiFra, animazione dei gruppi di ragazzi e adolescenti, accoglienza di persone singole all’interno della vita della Fraternità, studio, insegnamento nella Scuola “Angelico Melotto”, …
Tutto ciò è possibile e può portare frutto solo se alla base i frati coltivano un profondo rapporto con Dio nella preghiera, nel confronto con la Parola,...